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Ci vado o non ci vado? 6 motivi per dire no all’Expo

SOMMARIO

È uno dei temi più controversi della nostra epoca e sarà interpretato da 145 Paesi con un proprio padiglione. Eppure proprio dal claim, “Nutrire il Pianeta. Energia per la Vita”, partono le prime perplessità. Perché molto specifico (limitato) e quindi non interessa abbastanza oppure, viceversa, molto coinvolgente e quindi rifiutato in seguito alla scelta di includere nomi (come McDonald’s) che con il sostenibile hanno ben poco. Ma i problemi non sono finiti. I lavori al cantiere arrancano in una corsa contro il tempo, i prezzi degli hotel aumentano e il momento, tra metro da ultimare e i 20 milioni di visitatori attesi, sarà parecchio caotico. Ecco perché Expo allontana invece di intrigare

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Ci vado o non ci vado? 6 motivi per dire no all’Expo

Andarci o non andarci, questo è il dilemma. A meno di un mese dall’apertura di Expo 2015, occorre prendere una decisione. È bastata la presenza di 145 Paesi espositori per convincere il New York Times a incoronare Milano meta del 2015, all’interno dell’annuale classifica che riunisce le 52 mete più interessanti dal punto di vista turistico (per approfondire leggi qui). Non vi è infatti dubbio che partecipare a un evento di tale importanza internazionale sia un’esperienza che valga la pena provare almeno una volta nella vita. Ma bastano le bellezze di Milano per recarsi alla manifestazione? Oppure la decisione dipende dal dove e soprattutto dal come viene organizzato l’evento? Milano sarà all’altezza? Perché naturalmente i dubbi non sono mancati. Alcuni molto seri.

Per leggere invece i 6 motivi per cui andare, clicca su:
Ci vado o non ci vado? 6 motivi per dire sì all’Expo

Ecco, quindi, perchè non andare:

1- Specialmente nei primi mesi, il rischio è di non poter visitare tutto
Marzo doveva segnare il termine ultimo dei lavori. Aprile il momento dei collaudi. Questo secondo la tabella di marcia. Ma al 12 marzo, soltanto 2 aree su 24 sono state ultimate e ci sono siti (come la Via d’Acqua-Anello Verde Azzurro) il cui completamento è previsto per agosto 2015. Ovvero a tre mesi dall’inizio di Expo. Ma a destare maggiori preoccupazioni sono il Padiglione Italia e Palazzo Italia, edificio che rappresenterà lo Stato e il Governo Italiano. Il primo non sarà completato per il 1° maggio, del secondo non saranno ultimati gli allestimenti interni di tutti e cinque i piani, mentre la fine dei lavori è prevista per il 30 aprile, appena un giorno prima dall’apertura ufficiale. E il 13 marzo Expo ha aperto un bando rinominato “camouflage” per nascondere con apposite installazioni (chiamate «exthernal exhibition elements»), le opere che al 1° maggio non saranno complete. Intanto, a fine marzo, ancora mancano allacciamenti alla rete elettrica, acqua e fognature. La notizia è stata accolta con critiche e dissenso. Per capirlo basta leggere i commenti agli articoli che hanno trattato l’argomento, dove gli utenti hanno collegato i ritardi ai litigi infiniti fatti per scegliere dove collocare il polo espositivo. “Scelta difficile e proporzionata agli appetiti di chi voleva specularci sopra”, commenta categorico un lettore.
Una corsa contro il tempo che, più che i 5.000 operai che lavorano 20 ore su 24, avrebbe bisogno di un vero miracolo.

2- A qualcuno il tema della nutrizione non dice nulla
È consigliabile rimanere a casa se il tema dell’alimentazione, legato a sostenibilità in un’ottica mondiale, non suscita alcun interesse. In questo caso il rischio è che l’evento si riduca a mera occasione mondana, senza spunti di apprendimento. E le perplessità sul tema ma anche sulla volontà da parte della manifestazione di affrontare questioni più serie, come fame nel mondo e povertà, accomuna blog e commenti sparsi sul web, come per l’autore del blog “Pensieri sProfondi” che critica anche i costi troppo alti e il clima troppo caotico che rischierà a suo parere di compromettere il percorso di apprendimento.

3- Milano sarà più cara
Specialmente per le famiglie e per chi non risiede nelle vicinanze di Milano, le spese da sostenere saranno salate. Oltre all'ingresso (pagano 69 euro due adulti e un bambino, acquistando il biglietto con data aperta entro il 30 aprile, 84,50 euro dal 1° maggio), bisogna infatti aggiungere i pasti, i mezzi pubblici (o il parcheggio o il taxi) e il pernottamento. Una sola giornata sembra poi abbastanza riduttiva per una visita approfondita, ed ecco che le spese lievitano. A questo si aggiungono i prezzi di hotel e alberghi in aumento.

4- Per farsi un’idea non è necessario recarsi a Milano
Se si è curiosi di vedere cosa porteranno a Expo i paesi partecipanti o quali saranno le attrazioni più curiose, non bisogna necessariamente andarci. Certo, vivere l’esperienza in prima persona ha un valore aggiunto, ma se economicamente è troppo dispendioso o si è trattenuti da qualsiasi altra motivazione, si potrà comunque monitorare tutto dall’online, con articoli, virtual tour e video.

5- Il clima sarà caotico e i mezzi pubblici non “brillano” per efficienza
L’area di Expo è già stata soprannominata no-car. Soltanto due, infatti, le scelte per chi utilizzerà l’auto: il parcheggio di Arese o quello di Trenno rispettivamente da 10.000 e 1.500 posti, con servizio navetta continuo e distanti circa una decina di chilometri dall’esposizione. E sul sito di Expo, nella sezione “Come raggiungere il Sito Espositivo” , la macchina non viene nemmeno menzionata. Meglio quindi utilizzare la linea 1 della metropolitana (la più soggetta a rallentamenti per problemi tecnici e di manutenzione) in direzione Rho-Fiera. È notizia delle ultime ore, poi, il ritardo del completamento della linea M5 che non dovrebbe quindi più aprire per il 27 aprile, mentre alcuni dei treni che viaggeranno sulla lilla, come viene anche chiamata, non sono stati ancora consegnati. La data dell’apertura sarà stabilita e comunicata lunedì 20 aprile, anche se l’assessore alla mobilità, Pierfrancesco Maran ha commentato come “inaccettabile” un rinvio dopo il 1° maggio. È meglio poi rimanere a casa se si è proprio insofferenti alla confusione. Gli addetti ai lavori si aspettano infatti 20 milioni di visitatori.

6- I nobili temi di sostenibilità stridono con alcune scelte (come quella di includere McDonald’s e Coca-Cola tra gli sponsor)
Ha raccolto parecchi consensi da parte dei lettori, l’intervento firmato Fabio Balocco sul blog de Il Fatto Quotidiano e intitolato “Expo 2015, io non ci vado” , dove spiega con molta chiarezza i motivi che lo hanno portato a rifiutarsi di acquistare il biglietto. “Tutte le grandi manifestazioni è dimostrato che portino più danni che benefici alle località che le ospitano”, inizia, snocciolando poi le ragioni alla base delle sue scelte. Come il consumo del suolo agricolo, la scelta di sponsor come Coca-Cola e McDonald’s che di sostenibile ad oggi hanno avuto ben poco, l’operazione di greenwashing collegata a Expo. E ancora: “Cosa può dire la manifestazione circa nutrire il pianeta, anche se la popolazione aumenterà dai 7,2 miliardi attuali a circa 9 miliardi nel 2040 e circa il fatto che molta gente muore di fame, ma non perché manca il cibo, bensì anche perché esso viene dirottato sugli allevamenti di animali destinati al macello per le nostre presunte esigenze alimentari?”.
Pareri simili si riscotrano anche in alcuni blog, dove gli utenti si dicono scandalizzati dal fatto che multinazionali come Coca-Cola o McDonald’s raccontino come sconfiggere la fame nel mondo. Il costo troppo salato degli alberghi li porta poi definitivamente a scegliere di rimanere a casa.

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