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La Milano da non perdere: Duomo, Galleria e…

SOMMARIO

Duomo, Galleria Vittorio Emanuele II e Teatro alla Scala sono i luoghi simbolo di Milano e le tappe irrinunciabili di un tour per la città. Si trovano a breve distanza l’uno dall’altra e si visitano solitamente in poco tempo. In realtà ciascuno conserva tesori che meritano una visita più approfondita. Ecco qualche suggerimento…

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La Milano da non perdere: Duomo, Galleria e…

Nel Quattrocento, all’epoca della sua costruzione, il Duomo doveva apparire ancora più imponente. Dalle intricate vie medievali che lo stringevano e circondavano occorreva alzare lo sguardo sentendosi ancora più piccoli rispetto a quella immensa mole di marmo bianco. Oggi la sensazione di imponenza è possibile averla guardando il Duomo da Via delle Ore, altrimenti il sagrato antistante la cattedrale, creato tra il 1865 e il 1873, ne permette una visuale di facciata. Non c’è un orario migliore per recarsi ad ammirare il Duomo o una condizione del tempo preferibile: al calare del sole il marmo prende i colori del tramonto; se sta per scoppiare un temporale, stagliato davanti al cielo plumbeo esso appare ancora più bianco e se è notte le stelle sembrano appoggiarsi sulle guglie.

La costruzione del Duomo è durata 600 anni. La Cattedrale di Santa Maria nascente fu fondata nel 1386 sull’area in cui sorgevano le basiliche di Santa Tecla e di Santa Maria Maggiore durante la signoria di Gian Galeazzo Visconti. Fu proprio il Duca a decidere di sostituire il mattone, originariamente pensato per la costruzione del Duomo, con il marmo. Per questo donò alla Veneranda Fabbrica del Duomo la concessione delle cave di Candoglia, all’imboccatura della Val d’Ossola, e concesse il trasporto gratuito dei marmi fino a Milano attraverso le strade d’acqua. Giunsero a Milano da tutta l’Europa architetti, ingegneri, scultori e la secolare opera di costruzione ebbe inizio: la facciata fu completata nel 1813 per ordine di Napoleone che nella Cattedrale era stato incoronato re d’Italia nel 1805.

Dopo il colpo d’occhio

Il Duomo, costruito in stile tardogotico, vanta 135 guglie. Tra queste quella databile alla prima fase della costruzione, tra il 1397 e il 1404 è la guglia Carelli (sull’angolo esterno in direzione di corso Vittorio Emanuele): la statua (una copia) raffigura un San Giorgio in cui gli storici hanno riconosciuto Gian Galeazzo Visconti. Sovrasta il Duomo il simbolo di Milano, la Madonnina. La statua, raffigurante Maria, è in lamina di rame dorata ed è alta 4,16 metri. Entrando nel Duomo si resta avvolti in una penombra mistica, sembra quasi che la nebbia milanese si sia impossessata anche della Cattedrale. La luce è filtrata dalle cinquantacinque magnifiche vetrate, una Bibbia scritta con i colori degli artisti che vi hanno lavorato dal 1400 al 1900. Tra queste, nella prima campata, nella navata destra, la vetrata quattrocentesca con le storie di San Giovanni Evangelista di Cristoforo de’ Mottis e l’imponente vetrata dell’Apocalisse, nell’abside, commissionata da Gian Galeazzo all’inizio del XV secolo, poi restaurata e in gran parte sostituita da Giovanni Battista Bertini alla fine del XIX secolo. All’ingresso si trova la meridiana d’ottone che attraversa il pavimento della prima campata.

Delimitato da dieci pilastri, nella parte absidale della cattedrale si trova il presbiterio. Al centro si trova l’altare maggiore duecentesco (era quello di Santa Maria Maggiore) mentre nella chiave di volta sopra l’altare, a 45 metri di altezza, una nicchia custodisce la reliquia del Sacro Chiodo, uno dei chiodi della Croce ritrovato secondo la tradizione da Sant’Elena e riconosciuto da Sant’Ambrogio nella bottega di un fabbro che non riusciva a lavorarlo. Nella controfacciata, a lato dell’ingresso centrale, una scala conduce sotto il livello del sagrato dove si visitano gli scavi paleocristiani e quello che resta del battistero di San Giovanni alle Fonti, dove sant’Ambrogio nel 378 avrebbe battezzato sant’Agostino.

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Il salotto di Milano

Attraversando il sagrato si raggiunge la Galleria Vittorio Emanuele II che collega piazza del Duomo con piazza della Scala. Negli anni Sessanta del XIX secolo nel corso dei lavori di ristrutturazione della Piazza venne abbattuto il Coperto dei Figini (un palazzo rinascimentale costruito nel 1467 da Giunoforte Solari) per permettere la costruzione della Galleria. Il progetto venne affidato all’architetto bolognese Fabio Mengoni. La struttura a croce latina venne realizzata in soli due anni a partire dal 1865. Al centro della Galleria una cupola, alta 47 metri dall’ossatura in ferro domina il cosiddetto Ottagono. Nelle volte i mosaici raffigurano i continenti. Importanti lavori di ristrutturazione hanno oggi riportato al Galleria allo splendore di duecento anni fa: indipendentemente dai lussuosi negozi e locali che vi trovano posto una passeggiata lungo i suoi duecento metri di lunghezza riporta indietro nel tempo. La galleria sbocca in piazza della Scala.

Il tempio della Musica

L’ideale è entrare nel Teatro alla Scala per assistere a un’opera o a un concerto. La Scala infatti oltre a essere l’edificio neoclassico opera di Giuseppe Piermarini, è il tempio della musica e di un’atmosfera desueta quanto affascinante. Ascoltare seduti sulle poltrone di velluto rosso il ronzio degli strumenti che vengono accordati mentre le luci si abbassano e il grande lampadario smette di brillare, è già un’emozione. Il Teatro venne costruito tra il 1776 e il 1778. L’architetto Giuseppe Piermarini lavorava su commissione di Maria Teresa d’Austria. Il nome del Teatro deriva dal luogo dove venne edificato e dove si trovava la Chiesa di Santa Maria alla Scala. Inaugurato il 3 agosto 1778 con un’opera di Antonio Salieri, il teatro venne distrutto dai bombardamenti la notte del 15 agosto 1943.

Una volta ricostruito, fu Arturo Toscanini nel 1946 a inaugurarla nuovamente con un indimenticabile concerto: il Teatro era affollato, all’esterno una folla di milanesi ascoltava muta davanti agli altoparlanti nelle strade e nelle piazze. Tra il 2002 e il 2004 La Scala è stata oggetto di un intervento architettonico di ristrutturazione per aumentarne la capienza e per migliorare alcuni aspetti tecnici. All’inizio del XX secolo un gruppo di illustri milanesi, tra cui Arrigo Boito, fondarono il Museo Teatrale alla Scala. Si possono ammirare costumi e bozzetti di scenografie, lettere di celebri compositori, autografi e strumenti musicali.

Da piazza Cordusio al Castello

Dal Duomo in pochi passi si giunge in Piazza Cordusio. Fin dai tempi della fondazione della città questa piazza era il “centro”. Il nome Cordusio deriva, dopo successive contrazioni, da Curia Ducis: Alboino, re dei Longobardi dal 560 al 572, fece infatti edificare la corte dei duchi longobardi dove si svolgeva la vita politica e amministrativa proprio dove oggi oltre ai palazzi ottocenteschi che ospitano banche e compagnie di assicurazioni si trova anche un trafficato snodo di tram. La statua che controlla il traffico della piazza raffigura Giuseppe Parini ed è opera di Luigi Secchi su disegno di Luca Beltrami. Ora il poeta è ben saldo sul piedistallo, ma la tradizione vuole che l’episodio (il poeta inciampò e cadde) che ispirò poi l’ode La Caduta avvenne proprio in piazza Cordusio all’imbocco di via Meravigli. In pochi passi attraverso via Dante si raggiunge piazza Castello. Il Castello vide i suoi anni migliori all’epoca di Ludovico il Moro che nel Quattrocento ne fece una delle corti rinascimentali più sfarzose chiamando artisti come Leonardo da Vinci e Bramante. Gli anni peggiori furono quelli dell’occupazione da parte degli spagnoli (1535-1706), degli austriaci (1706-1796) e francese (1796-1814) che ne fecero una caserma, un deposito di armi e una stalla. Dal 1893 iniziarono i lavori di restaurazione guidati dall’architetto Luca Beltrami che fecero del Castello quello che è oggi, un’importante sede museale.

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