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Milano e i luoghi dell’antica romanità

SOMMARIO

Chi si troverà a Milano per il prossimo Expo, si prenda qualche giorno per esplorare le ricchezze storiche di epoca romana. La città si trova infatti circondata da una duplice cerchia di mura: vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende il nome dalle celebri terme erculee. Le sue costruzioni sono una più imponente dell'altra e non ne sminuisce la grandezza neppure la vicinanza con Roma. In questo epigramma il poeta Ausonio celebra le bellezze di Mediolanum nel IV secolo d.C.

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Milano e i luoghi dell’antica romanità

"A Milano ogni cosa degna di ammirazione. Vi profusione di ricchezze e innumerevoli sono le case signorili. La popolazione di grandi capacità, eloquente ed affabile. La città circondata da una duplice cerchia di mura: vi sono il circo, dove il popolo gode degli spettacoli, il teatro con le gradinate a cuneo, la rocca del palazzo imperiale, la zecca, il quartiere che prende il nome dalle celebri terme erculee.

Le sue costruzioni sono una più imponente dell'altra e non ne sminuisce la grandezza neppure la vicinanza con Roma. In questo epigramma (oggi inciso su una lapide posta nel Portale degli orefici delle Scuole Palatine a Milano in Piazza dei Mercanti), il poeta Ausonio (310-395 d.C. circa) celebra le bellezze di Mediolanum nel IV secolo d.C. Certo che oggi passeggiando per Milano ciò che resta di quanto era stato edificato dagli antichi Romani va cercato soffocato tra i palazzi delle epoche successive costruiti a loro volta proprio con gli stessi materiali recuperati dalla distruzione degli edifici più antichi.

Milano d’altra parte non raggiunse mai lo splendore di Roma, ma di certo da ricca e benestante città di provincia dell’Impero, divenne municipium dal 49 a.C, divenuta nel III secolo d.C. capitale dell’Impero romano d’Occidente venne maggiormente dotata di tutte le strutture del potere e del piacere.

Mediolanum , questo il nome che i Celti nel 400 circa a.C. nel fondarla avevano dato a Milano per rimarcare il fatto che si trovava in mezzo alla pianura, con la riforma dell’imperatore Diocleziano e la successiva instaurazione della Tetrarchia, nel 286 d.C. divenne appunto la capitale della regione transpadana dell’Impero romano d’Occidente e da allora fu sede della residenza di uno degli imperatori fino al 402 quando la capitale fu spostata a Ravenna.

La città si trovava in un punto strategico dell’Impero: era la sede adatta per amministrare il vasto impero di Occidente e organizzare la difesa della penisola italiana dalle continue incursioni dei barbari.

Milano capitale dell’Impero


Diocleziano scelse come co-imperatore Massimiano detto Erculeo ed è proprio a lui che si deve la realizzazione tra il III-IV secolo del rinnovamento edilizio della città e la costruzione dei maggiori edifici di cui oggi restano poche tracce. Occorre una certa immaginazione per riuscire a vedere sotto le spoglie della metropoli odierna i palazzi dei nostri antichi antenati.

Un imponente palazzo imperiale occupava una vasta zona occidentale della città: di questo edificio polifunzionale, un vero e proprio quartiere dove risiedevano l’imperatore, la corte e i principali funzionari, sono visibili dei resti in via Brisa.

Annesso al palazzo dell’imperatore c’era il circo , uno dei più grandi dell’impero lungo 470 metri e largo 85 metri dove si svolgevano le corse con i carri: a parte alcuni resti inglobati in edifici più recenti (in via Circo), del circo resta la grande torre quadrangolare del lato ovest dei carceres, cioè i cancelli dai quali partivano i cavalli, divenuta la torre campanara della Chiesa di San Maurizio in via Luini.

L’imperatore fece poi ampliare la cinta muraria , le mura raggiunsero una lunghezza di 4500 metri, di cui un tratto con una torre poligonale di 24 lati (Torre di Ansperto) è ancora oggi visibile dietro il Museo archeologico di corso Magenta. Il Foro di Milano era sede delle funzioni politiche, religiose e amministrative della città e anche il centro delle attività commerciali. Parte della pavimentazione del foro ancora visibile nei sotterranei della Biblioteca Ambrosiana (piazza Pio XI) e nella cripta della vicina Chiesa di san Sepolcro.

Le Terme Erculee , occupavano l’odierno corso Vittorio Emanuele e corso Europa, per una superficie di circa 14.500 metri quadrati: mosaici, colonne in marmo e statue adornavano le terme che però furono abbandonate nel V secolo d.C. in seguito a un incendio. Frammenti della pavimentazione a mosaico e il dorso di una colossale statua di Ercole si possono ammirare al Museo archeologico di corso Magenta.

Il Teatro , antichissimo perchè risale al 49 a.C., era a pianta semicircolare e poteva ospitare circa 8000 spettatori. Si trovava nell’area compresa sotto l’attuale Palazzo della Borsa e oggi si possono vedere alcuni resti all'interno della Camera di Commercio di Milano, Palazzo Turati.

L’Anfiteatro milanese era per dimensioni più grande dell’arena di Verona. A pianta ellittica, lungo 155 metri e largo 125 era in grado di ospitare fino a 35.000 spettatori. Sorgeva nell’area oggi compresa tra via De Amicis e via Arena (Parco archeologico dell’Anfiteatro romano, via De Amicis 17). Esso veniva utilizzato per giochi come le venationes (battute di caccia con animali esotici provenienti dalle province più remote dell’Impero) o per i sanguinosi ludi gladiatori poi condannati dai cristiani.

L’horreum , il magazzino destinato alla conservazione delle derrate alimentari per sostentare le truppe imperiali, si trovava nell’attuale via Bossi: era un edificio a pianta rettangolare, di 18 metri per 68, di cui si conservano tratti delle mura perimetrali nelle attuali cantine di un edificio di via Bossi.

Infine non possiamo dimenticare il Sciur Carera una statua in marmo del III secolo d.C. rappresentante un uomo in toga oggi in corso Vittorio Emanuele 13. Sulla base c la scritta che ha dato il nomignolo alla statua: Carere debet omni vitio qui in alterum dicere paratus est ovvero deve essere privo di ogni colpa chi è pronto a parlare contro un altro.

Le basiliche del vescovo Ambrogio


Per quanto riguarda le Chiese della città va premesso che esse furono costruite dopo la promulgazione nel 313 da parte dell’imperatore Costantino dell’editto di Milano con cui si concedeva piena libertà di culto ai cristiani e venivano restituiti al clero le proprietà tolte ai culti pagani. Questo fatto nel corso del IV secolo contribuì alla costruzione di nuovi edifici. Durante il periodo in cui fu vescovo, Ambrogio, ordinato il 7 dicembre del 374 e destinato a diventare il santo patrono della città, fece costruire diverse basiliche di cui quattro ai lati della città. Si tratta delle attuali chiese di San Nazaro (Basilica degli Apostoli presso porta Romana), San Simpliciano (la Basilica delle Vergini), Sant’Ambrogio (era chiamata originariamente Basilica Martyrum poiché ospitava e ospita i corpi dei santi martiri Gervasio e Protasio) e la basilica di San Dionigi di cui si conosce solo la localizzazione, vicino ai bastioni di Porta Venezia.
Come appariva l’attuale piazza del Duomo lo indica Ambrogio in una lettera alla sorella Marcellina (Epistole, I, 20). Il vescovo cita una basilica vetus, una basilica minor, una basilica nova, la basilica baptisterii e la domus del vescovo. Non resta nulla a eccezione del battistero di San Giovanni alle Fonti collocato nei pressi della zona absidale di quella che doveva essere la Basilica Nova (poi Santa Tecla).

Si tratta di un edificio ottagonale le cui strutture, completamente messe in luce negli scavi archeologici del 1961-1962, sono oggi accessibili dal Duomo. Probabilmente costruito ai tempi del vescovo Ambrogio nel 386, il giorno di Pasqua del 387 vi fu battezzato Agostino per mano di Ambrogio. Dell’intero complesso episcopale si suppone solamente che la Basilica Vetus insieme con la Basilica Minor, costituissero una cattedrale doppia.

Appena fuori dalle mura, sulla via per Ticinum (Pavia) infine cera la Basilica palatina di San Lorenzo, testimonianza meglio conservata della Milano romana e paleocristiana, edificata nel IV secolo, ricostruita nel periodo romanico e riedificata, a seguito di un crollo, per ordine di San Carlo alla fine del 1500. Il colonnato marmoreo davanti alla facciata Basilica, il monumento romano più famoso di Milano, fu eretto probabilmente nel V secolo d.C., ma costituito da colonne, basi, capitelli e frammenti di architrave più antichi, recuperati probabilmente da un edificio pubblico ancora più antico.

Sempre nel complesso laurenziano, vi è un’altra testimonianza della Milano romana: all’interno della Basilica il portale in pietra, decorato con bassorilievi che introduce al corpo ottagonale della Cappella di Sant’Aquilino apparteneva originariamente a un edificio pubblico della fine del I secolo d.C. Una volta entrati nella Cappella attraverso una scala nascosta si accede al matroneo, affrescato con pitture romane di stile pompeiano.

La Basilica oggi si trova nel Parco Papa Giovanni Paolo II noto come Parco delle Basiliche perché vi si affacciano le absidi sia di San Lorenzo, sia quella della Basilica di Sant’Eustorgio, costruita verso la fine del IX secolo sul luogo di un cimitero dei primi cristiani.

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